26 Luglio 2024
CronacaMessina e Provincia

Corruzione, inchiesta a Messina: indagata assessore alla Sanità Giovanna Volo

Un’altra inchiesta giudiziaria lambisce i palazzi della Regione in Sicilia e coinvolge l’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, indagata con altre otto persone nell’ambito di un’indagine della procura di Messina sul centro clinico privato Nemosud e sul Policlinico. I nove sono ex vertici dell’Aurora onlus, che gestiva la clinica, e gli ex vertici amministrativi-sanitari del Policlinico messinese. L’assessore Volo all’epoca dei fatti oggetto dell’inchiesta era direttrice sanitaria.

I carabinieri oggi hanno notificato misure cautelari ai nove indagati con l’ipotesi di reato a vario titolo di peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Quattro hanno ricevuto interdittive che impongono il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare impresa in ambito sanitario. Nei confronti di tutti, ciascuno pro quota, è stato disposto dal gip Claudia Misale il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti.

L’indagine venne avviata, nel 2019, dai carabinieri del nucleo investigativo, dopo la denuncia di un medico, all’epoca in servizio nel Policlinico di Messina, che aveva segnalato svariate irregolarità nella gestione del centro clinico privato NeMo Sud, costituito nel 2O12, per lo svolgimento di attività di riabilitazione neurologica nell’ospedale. Anche 18 senatori del Movimento cinque stelle avevano presentato un’interrogazione per chiedere lumi sui rapporti tra NeMO Sud e l’ospedale universitario. Dopo le indagini con intercettazioni l’inchiesta si è arricchita della testimonianza di un dirigente del Policlinico, che ha parlato delle convenzioni stipulate tra l’ente pubblico e la fondazione privata costitutiva del centro clinico.

A partire dal 2012 e sino al giugno 2021 (anno di chiusura del centro clinico) – dice la procura di Messina – attraverso la stipula di convenzioni, sempre più vantaggiose per la clinica, si è consentito ad una clinica privata di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell’Erario, in assenza dell’autorizzazione e dell’accreditamento della Regione Siciliana. È emerso altresì che i dirigenti dell’epoca del Policlinico avrebbero esternalizzato arbitrariamente, in favore del centro privato, le prestazioni di neuro-riabilitazione, stornando il rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario Regionale”.

Gli indagati – sostengono gli inquirenti – con tali condotte, avrebbero, quindi, distratto fondi pubblici, destinando al centro clinico NeMO Sud somme di denaro appartenenti alla struttura pubblica. Peraltro, è emerso che il centro clinico privato ha qualificato le prestazioni erogate con un codice, che prevedeva un rimborso, da parte della Regione Sicilia e ciò nonostante che la medesima Regione non avesse programmato quel tipo di prestazioni da parte del Policlinico universitario. Un indagato, Giuseppe Vita, dirigente dell’unità operativa di Neurologia, che doveva controllare le attività sanitarie di NeMo Sud, è stato poi assunto come direttore della clinica privata. Furono assunti anche il figlio di Vita e la nuora.

L’assessore Volo dice di essere “serena e consapevole di avere sempre agito nel pieno rispetto delle regole” e conferma la piena fiducia nel lavoro della magistratura restando a disposizione degli inquirenti per chiarire rapidamente la mia posizione”. Il presidente della Regione, Renato Schifani, nel confermare fiducia al suo assessore dice che “un’indagine non è una condanna, né penale né politica. Stamane l’assessore Volo mi ha correttamente informato dell’accaduto e dei fatti che le si contestano”. (ANSA)