Dl Sostegni: 12 miliardi alle imprese, rush per ok venerdì

Rush finale per il decreto Sostegni che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri venerdi’. Ma la maggioranza e’ ancora divisa e cresce di ora in ora il pressing dei partiti per modificarlo. Il governo conta di chiudere la partita entro la fine della settimana per dare un segnale concreto a famiglie e imprese che da mesi attendono gli aiuti. Al termine del Cdm venerdi’ dovrebbe essere il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a illustrare i contenuti del decreto in una conferenza stampa. Oggi il premier ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia, Daniele Franco, per fare il punto sul provvedimento. Decisiva per trovare una sintesi politica potrebbe essere la riunione tra Franco e i capigruppo della maggioranza che tuttavia continua a slittare. La nuova stretta anti Covid richiede un’accelerazione ma il plafond di 32 miliardi di extra deficit approvato a gennaio rischia di lasciare scoperta una serie di interventi che dovranno essere rinviati al nuovo scostamento di bilancio da almeno 20 miliardi che l’esecutivo conta di chiedere contestualmente alla definizione del Documento di economia e finanza ad aprile.

E anche per questo si valuta la possibilita’ di terminare l’operazione cashback a luglio per risparmiare circa 3 miliardi di euro che potrebbero servire a incrementare i Sostegni all’economia. Una strada che la Lega vorrebbe percorrere ma che non piace ai 5 Stelle che hanno fatto del piano per incentivare i pagamenti elettronici una loro bandiera politica. L’impianto del provvedimento, seppure ancora in continua evoluzione, sembra ormai delineato. Come ha spiegato il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, circa 12 miliardi saranno destinati alle misure di sostegno per le imprese, con un fondo ad hoc per la montagna (con una dote di partenza di circa 600 milioni), altri 6 miliardi alla sanita’, di cui 5 per il piano vaccini, risorse che serviranno anche per produrli in Italia, e poco meno di 10 miliardi serviranno per finanziare misure per le famiglie e il lavoro. In arrivo anche altri 2,5-3 miliardi per gli enti locali. Mentre per il capitolo fiscale sul piatto ci sono 2 miliardi per lo stralcio dei crediti inesigibili, la rottamazione degli avvisi bonari e il rinvio delle scadenze fiscali.

E proprio la cancellazione del magazzino fiscale continua ad agitare le varie anime della maggioranza. La Lega spinge per la pace fiscale e per azzerare le vecchie cartelle affidate al fisco dal 2000 al 2015 fissando il tetto a 10mila euro. Il compromesso raggiunto per il momento ferma la soglia a 5mila euro, a conti fatti circa 60 milioni di cartelle, ma i leghisti puntano ad alzare l’asticella nel passaggio parlamentare del decreto, sostenuti dal Movimento cinque stelle favorevole a svuotare il magazzino. Pd e Leu si oppongono invece a uno stralcio generalizzato che rischia di tradursi in un condono. Si lavora ancora per definire il complicato meccanismo per il calcolo dei ristori alle imprese che dira’ addio ai codici Ateco. I 12 miliardi sul piatto serviranno a finanziare gli indennizzi per le perdite registrate lo scorso anno, mentre i rimborsi per le chiusure scattate da gennaio saranno rinviati a un secondo round con il nuovo deficit in arrivo ad aprile. Il governo intende parametrare gli indennizzi al calo di fatturato registrato nel 2020 rispetto al 2019. Ma sembra tramontata l’idea di un intervento perequativo. Saranno indennizzate le partite Iva con un fatturato fino a 10 milioni che hanno registrate perdite di almeno il 33% e l’accesso ai ristori sara’ proporzionale ai ricavi dell’impresa.

Capitolo lavoro. Il ministro Andrea Orlando ha spiegato che il governo intende prorogare fino a giugno il blocco dei licenziamenti per chi dispone della cassa integrazione ordinaria (industria ed edilizia), mentre per tutti gli altri sara’ esteso fino a ottobre, consentendo cosi’ di varare una riforma degli ammortizzatori sociali. Il ministro ha ribadito che si sta lavorando per allargare la platea del reddito d’emergenza perche’ “ci sono persone che non possono accedere” allo strumento, cosi’ come per modificare il reddito di cittadinanza (che sara’ rifinanziato per circa un miliardo), rafforzando la spinta alle politiche attive del lavoro e contemporaneamente superando alcuni ostacoli che precludono l’accesso. Si sta quindi studiando una norma che permetterebbe ai percettori del Reddito di lavorare temporaneamente, sospendendo il beneficio del reddito, senza subire la perdita o la riduzione dell’assegno. In tali casi l’assegno riprendera’ a decorrere, in modo automatico, al termine dell’attivita’ lavorativa. Saranno inoltre rinnovate le indennita’ per gli stagionali del turismo e per i lavoratori dello spettacolo e sara’ prorogata la Naspi. Si valuta poi di estendere anche i congedi parentali e i voucher babysitter (al momento previsti solo per i lavoratori autonomi, le forze dell’ordine e il personale sanitario) per le famiglie alle prese con le scuole chiuse. Il Forum delle associazioni familiari chiede di tenere conto del numero dei figli ma l’intervento potrebbe essere rinviato al secondo round dei ristori. (AGI)