13 Maggio 2024
EconomiaItalia

Pensioni, Anief: servono modifiche alla legge Fornero, età pensionabile più alta d’Europa

“L’eta’ pensionabile degli italiani e’ diventata cosi’ alta da far perdere il sonno ai nostri lavoratori. Le medie dell’Ocse che indicano l’Italia ancora tra i Paesi piu’ fortunati, lasciano il tempo che trovano: purtroppo, quello che conta sono le riforme previdenziali approvate nell’ultimo periodo che hanno innalzato di dieci anni i requisiti e l’eta’ di accesso. E a breve si salira’ di un ulteriore quinquennio. La verita’ e’ che serve una contro-Fornero”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, commentando il rapporto pubblicato in settimana dall’organizzazione internazionale con sede a Parigi.

“Per i dipendenti pubblici la realta’ e’ fatta di nuove regole che hanno prodotto soglie d’uscita sempre piu’ alte: attualmente 66 anni e 7 mesi che tra un anno diventeranno 67 anni tondi e piu’ avanti oltre i 71 anni. Chi vuole andarsene con la pensione di anzianita’, invece, dovra’ possedere quasi 44 anni di periodi contributivi. A breve, anche per le donne. Se proprio vogliamo parlare di medie – dice Pacifico -, allora fermiamoci a quella che riguarda il 99% dei lavoratori pubblici che gia’ oggi vanno in pensione tre anni piu’ tardi dei Paesi Ocse, dove si e’ attestati comunque attorno ai 63 anni e mezzo. I dati indicati nel rapporto annuale ‘Pensions at a glance’ evidentemente si riferivano a un campione di pensionati e non all’intera platea di lavoratori costretti a lasciare sempre piu’ tardi”.
Per il sindacato, inoltre, presto il sistema retributivo applicato in passato, rimarra’ un ricordo, per fare spazio al totale sistema di calcolo contributivo.

“I dipendenti pubblici e della scuola – continua il sindacalista Anief-Cisal – saranno i piu’ penalizzati da questo nuovo meccanismo. Perche’ oltre che a percepire stipendi bassi, non a caso bloccati da quasi un decennio e privati anche dell’indennita’ di vacanza contrattuale, avranno pure pensioni piu’ piccole. La vera beffa e’ che tutto questo avviene mentre in Germania un insegnante continua a lasciare il lavoro per il pensionamento dopo circa 25 anni di servizio e senza particolari penalizzazioni. Mentre in Francia si lascia ancora oggi tra i 60 e i 62 anni. Sono dati pubblici su cui varrebbe la pena riflettere anziche’ pensare che le sorti della finanza debbano poggiare solo sulle spalle di chi ha lavorato per una vita”, conclude Pacifico. Anief-Cisal continua anche a rimarcare che ci sono delle professioni, come quella di chi opera a scuola, docenti e Ata, che meritano considerazione per essere derogate dagli innalzamenti dell’eta’ per lasciare il lavoro: oltre una certa eta’, attorno ai 60 anni, un lavoratore che opera a stretto contatto con bambini e ragazzi in crescita ha la forte esigenza di andare in pensione.