27 Luglio 2024
Cronaca

Cattolica, gestione dello stadio: sette indagati per abuso, minacce ed estorsione

La “guerra” tra due associazioni sportive di Cattolica Eraclea approda in tribunale. Il pubblico ministero Giacomo Forte ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di sette persone nei cui confronti si profila la richiesta di rinvio a giudizio per le accuse di tentata estorsione, abuso d’ufficio e diffamazione.

Gli indagati sono alcuni dirigenti dell’Asd Cattolica Eraclea e l’ex capo dell’Ufficio tecnico comunale. Si tratta di Giuseppe Costanza; 47 anni, Gaspare Tutino, 60 anni; Giuseppe Schembre, 35 anni; Francesco Gambino, 49 anni; Giuseppe Lauricella, 46 anni, Calogero Baldone, 45 anni, e Valeria Maria Tutino, 35 anni. Quest’ultima, nella qualità di dirigente dell’Utc, avrebbe emesso una determina con la quale assegnava un contributo di cu il padre Gaspare Tutino e il marito Giuseppe Schembri erano dirigenti.

Il provvedimento, emesso il 7 dicembre 2011, sarebbe stato illegittimo anche perché contrastava con un’ordinanza  sindaco Cosimo Piro ed era privo di adeguata documentazione. Ma al vaglio degli investigatori ci sarebbero anche altri lavori per la manutenzione del campo sportivo dati con affidamento diretto all’impresa edile del presidente della stessa associazione, Giuseppe Costanza. All’attenzione degli investigatori anche presunti furti di acqua in grande quantità, probabilmente per riempire piscine private, dai rubinetti del campo sportivo.

Tutti gli altri indagati sono accusati di tentata estorsione. Secondo la Procura della Repubblica di Agrigento i componenti dell’Asd Cattolica Eraclea avrebbero cercato di convincere il presidente di un’altra associazione, Asd Futura, con minacce e aggressioni verbali a cedere loro la società per incassare i contributi pubblici. La presunta vittima di minacce e tentata estorsione, dalla cui denuncia è partita l’inchiesta dei carabinieri di Cattolica Eraclea diretti dal maresciallo Liborio Riggi, avrebbe così trovato la struttura chiusa negli orari in cui era stato autorizzato dal sindaco ad utilizzarla e poi sarebbe stato costretto per oltre un anno a pagare una somma mensile tra i 70 e i 100 euro.


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