Sicilia, Sgarbi: su Satiro danzante al Vinitaly inutile vespaio
Un “inutile vespaio su un dibattito che non esiste”. Così l’assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi bolla le polemiche nate sulla proposta di esporre il Satiro danzante al prossimo Vinitaly 2018. “Leggo interventi inutili e vaniloquenti in un dibattito che non esiste su una proposta che non ho fatto e che non mi convince. Ha dunque ragione il presidente Musumeci ad invitare i suoi assessori a non parlare con la stampa” afferma l’assessore.
“Dopo una riunione con i soprintendenti a Catania sul tema delle dimore storiche – spiega Sgarbi – sono stato insistentemente chiamato a fare dichiarazioni vagamente personali sul tema dell’arte e del vino e una persona che non avevo identificato come giornalista ma organizzatore del Best in Italy per il 5 Febbraio al Teatro Massimo di Palermo, Fabrizio Carrera, segnalatomi da Oscar Farinetti, mi ha chiesto opinioni sul rapporto fra Arte Food e comunicazione. A quel punto, in ipotesi e senza alcuna volontà politica, ma per suggestione comunicativa, ho indicato il ‘Satiro danzante’, emblema naturale di importanti manifestazioni internazionali come il Vinitaly, la cui tempistica è un lampo che, in una settimana, porta a Verona più persone che al Museo di Mazara del Vallo in 3 anni. Ovviamente dentro di me immaginavo una breve concessione onerosa di almeno 500mila euro per le languenti casse della Regione Sicilia, proprietaria del Satiro”.
Sulle questioni sollevate da molti, “da sinistra a destra, dal sindaco di Mazara del Vallo al Pd, non entro perché le condivido e le anticipo – continua l’assessore – Non mi piace discutere, come spesso accade, non solo in Sicilia, su quello che non c’è. La fragilità dell’opera non le ha impedito di correre il mondo e ha evidenziato la menzogna della commissione ministeriale che, senza presupposti tecnici, negò il prestito dei Bronzi di Riace all’Expo”. Sgarbi sottolinea, come riporta l’Adnkronos, di aver “sempre ricordato proprio il ‘Satiro danzante’ come esempio della intelligente autonomia laica dell’amministrazione autonoma della Sicilia. Mi accorgo invece che anche i politici vogliono demagogicamente asservirsi alle menzogne dei tecnici per rendere prigioniere le opere anche rispetto a progetti utili e benefici. Ma in realtà non esiste alcune mia volontà di spostare l’opera, che appartiene alla Regione e non al Comune, e non ho indicato nessuna posizione né ufficiale né personale. Convinto come sono che i Beni Culturali stiano bene a casa loro. Liberi, non prigionieri di ignoranza, incapacità e desolazione. Questo vale anche per la ‘Dea di Morgantina’ della quale, come del Satiro, non vedo promozione in Sicilia. Appena ho sospirato si è aperto un dibattito e da qui può partire non una polemica ma una dialogo sul destino e l’efficienza dei musei. Il resto non esiste ,se non per consentire a Cristaldi e a Ferrante di chiedermi di desistere (da cose che non voglio) per tentare di esistere”